Agrivia è una startup innovativa che vuole rivoluzionare l’attuale filiera alimentare, soprattutto nelle grandi aree urbane. A differenza dell’attuale filiera: lunga, ricca di intermediari e poco trasparente, il nuovo modello proposto da Agrivia prevede una filiera che sia corta, diretta dal produttore al consumatore e trasparente. Per fare ciò Agrivia si avvale di una soluzione basata su logistica e tecnologia mediante la creazione di ciò che noi definiamo la “Cellula Agrivia”. La Cellula Agrivia è un sistema replicabile di città in città ed è composta da: una rete di piccoli magazzini situati all’interno della città e quindi molto vicini al cliente finale (chiamati Dark Shop) e da una rete di produttori tutti adiacenti alla città stessa. In questo modo il cibo proviene sempre da produttori locali, compie il viaggio minimo necessario per giungere sulla tavola e può essere raccolto fino a 24h prima della consegna al cliente finale. Sul portale sono inoltre sempre indicati i produttori e come sono stati coltivati i prodotti. Le consegne dell’ultimo miglio vengono effettuate tramite bici cargo, permettendo così di eliminare le emissioni dell’ultimo miglio, che è la parte più inquinante di tutto il processo logistico. Infine, grazie al modello just in time di cui si avvale Agrivia, gli sprechi di cibo sono praticamente azzerati. Questo nuovo modello di filiera, corta e diretta, permette anche di dare il giusto compenso ai produttori agricoli, in particolare i piccoli e medi, che altrimenti verrebbero strozzati dai prezzi imposti dalla GDO. Occupandosi della vendita e della logistica, Agrivia permette inoltre ai produttori di concentrarsi solo sul lavoro che amano fare: coltivare.
Tutto il processo è supportato da un software sviluppato in house da Agrivia, che da un lato svolge la funzione di ecommerce e dall’altro si occupa di tutta la gestione della logistica particolare di Agrivia.
Il business model è semplice: Agrivia applica un mark-up sui prodotti venduti, attualmente del 40% ma che andrà a salire man mano che i volumi di acquisto aumenteranno: il markup a inizio attività era infatti del 20% e la GDO arriva a rincari del 300%. L’incasso è immediato, mentre il pagamento ai produttori avviene a fine mese, generando così un flusso di cassa positivo.
Il business può essere replicato facilmente di grande città in grande città, in un'ottica di espansione a macchia di leopardo. Questo è possibile grazie ai bassi costi di gestione e allestimento dei dark shop, che sono infatti piccoli magazzini con un allestimento minimale. Il fatto che siano previsti più Dark Shop per città, invece che un unico grande magazzino centrale, permette anche di aggredire una nuova città gradualmente, contenendo così l’investimento iniziale e riducendo la complessità dell’espansione. Il modello può quindi essere replicato nelle grandi città italiane e poi nelle grandi città europee, mantenendo sempre i propri punti cardine: località, appena raccolto e sostenibilità.
