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CALIPSO PROJECT

Trani, Puglia

Cosa è
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Progetto di telesalute per l’ottimizzazione della terapia insulinica via app e via web

In dettaglio

Progetto di telesalute per l’ottimizzazione della terapia insulinica via app e via web

Autore: Antonio Sasso, dirigente medico presso UOC di medicina e lungodegenza dell’ospedale di Trani (BT). 

SOMMARIO:   Introduzione - Vision e background scientifico – Mission e descrizione del progetto – Tempistica e validazione scientifica  - Mercato potenziale e competitors - Presentazione dei componenti del team project - Conclusioni                                                     

Introduzione
C'è una parte della medicina  non  efficacemente presidiata dai medici: questa è rappresentata dal trattamento dei diabetici insulino-dipendenti (di tipo 1 e di tipo 2), non eleggibili alla terapia con microinfusore.
Attualmente i pazienti che usano il microinfusore (continuous subcutaneous insulin infusion, CSII)  specialmente se integrato al sensore (SAP), possono ottenere il miglior controllo possibile del proprio equilibrio glicometabolico, in quanto
1. ricevono un'adeguata formazione (sulla conta dei carboidrati e sulla gestione della terapia insulinica, boli e quant’altro)
2. vengono monitorati più attentamente di altri pazienti da parte del medico diabetologo
3. Sono seguiti per quanto riguarda le funzionalità tecnologiche da personale dell'azienda produttrice del dispositivo.
Il SAP è attualmente il miglior rimedio per i diabetici con diabete tipo 1 (autoimmune) perchè consente non solo la correzione dello stato iperglicemico ma anche la prevenzione delle crisi ipoglicemiche (potenzialmente gravi e letali).  Il SAP ha però 3 limitazioni
a) non trova indicazione nei diabetici tipo 2;     b) è un sistema di cura molto  costoso;  c) richiede l'apprendimento di skill manuali e tecnologici non alla portata di tutti i pazienti potenzialmente eleggibili. 
Di contro, i diabetici insulino-dipendenti non trattati con microinfusori hanno come riferimento solo il diabetologo o il centro antidiabetico, da cui ricevono informazioni spesso piuttosto sommarie sulla dieta, sulla conta dei carboidrati, sul buon uso dell’insulina e sulla titolazione della stessa (in rapporto ai valori glicemici e al contenuto di carboidrati negli alimenti) e sulla gestione delle crisi ipoglicemiche.
Questa responsabilizzazione del paziente a prendere su di sé tutto il peso assistenziale della sua malattia, sostanzialmente ad autogestirsi,  si chiama “educazione  terapeutica” (cfr: http://www.cardiometabolik.com/leducazione-terapeutica/ ) . Il paziente impara ad utilizzare un dispositivo, la penna preriempita, per l’autosomministrazione dell’insulina, che è un’arma, non solo terapeutica, ma anche potenzialmente letale, se la dose erogata è eccessiva. E’ questo l’unico esempio in medicina di terapia assai rischiosa di cui non vien richiesto il consenso informato all’atto della prescrizione. [Forse perché se fosse debitamente informato difficilmente il paziente concederebbe il suo consenso?]
L’educazione terapeutica impone  ad ogni paziente insulinodipendente di sostituire il pancreas carente con il proprio cervello. Deve sottrarre tempo alle sue attività quotidiane per svolgere con molta attenzione le cure assistenziali alla propria persona: in particolare deve  iniettare sottocute una dose ad ogni pasto d’insulina rapida (cosidetto bolo insulinico) e una dose serale unica d’insulina basale (secondo lo schema terapeutico basal-bolus). Per ottimizzare il trattamento deve inoltre:
-valutare dalle 3 alle 8 volte al giorno la sua glicemia capillare mediante la puntura di un dito e l’utilizzo del glucometro
-calcolare 3 volte al giorno prima dei pasti il contenuto in carboidrati degli alimenti 
- calcolare 3 volte al giorno prima dei pasti i boli d’insulina sulla base del precedente calcolo dei carboidrati (cfr. http://www.cardiometabolik.com/conta_carboidrati.html )
-calcolare l’eventuale bolo di correzione insulinico prima e dopo 2 ore dai pasti, tenendo conto delle formule appropriate: cfr http://www.cardiometabolik.com/risorse/calcolatore/ )
-titolare la dose d’insulina basale serale in base ai valori glicemici del mattino.
-Attuare ulteriori correzioni delle dosi  in caso di svolgimento di attività fisica, spuntini, pasti abbondanti e prolungati, situazioni di stress.
Come si può facilmente intuire la vita del diabetico è fortemente condizionata in negativo dalla sua malattia.
Egli in particolare è stretto in una morsa: da un lato la necessità di correggere l'iperglicemia (che alla lunga è tossica sui vasi e predispone a gravi malattie cardiovascolari e microvascolari a danno di occhi, cervello, sistema nervoso periferico, cuore,  arti inferiori e reni); e dall’altro il timore di scatenare crisi ipoglicemiche, con effetti tossici acuti che possono giungere a compromettere, se è grave l’ipoglicemia, la sua vita.

Vision e background scientifico 
La terapia insulinica rappresenta l’unica scelta percorribile nel trattamento del diabete di tipo 1 e  dello stadio avanzato del diabete di tipo 2 (quando il paziente diviene insulino-dipendente).
I dati epidemiologici relativi alla malattia diabetica in Italia e nel mondo sono sconvolgenti. Sono circa 4 milioni i diabetici in Italia e 400 milioni nel mondo. 120 mila i diabetici tipo 1 (3%);  circa 400 mila i diabetici i diabetici insulino-dipendenti di tipo 2. Possiamo stimare che almeno un 10% della popolazione diabetica italiana sia insulino dipendente. Nel mondo i pazienti insulino-dipendenti dovrebbero essere tra i 40 e i 50 milioni.  La tendenza in futuro è drammatica: secondo l’ International Diabetes Federation (IDF) entro il 2035 almeno 1 individuo su 10 sarà affetto da diabete.
Il diabete mellito se non curato in modo ottimale è malattia sistemica, progressiva e invalidante: potendo causare danno diffuso alle piccole e alle grandi arterie dell’organismo.
La malattia delle piccole arterie degli organi (la cd arteriosclerosi o fibrosi delle piccole arterie) può colpire organi vitali e di senso molto importanti, è responsabile:
Retinopatia diabetica (con possibile sviluppo di cecità)
Nefropatia diabetica (può condurre alla grave insufficienza renale e alla dialisi)
Neuropatia diabetica (può predisporre al piede diabetico)
Piede diabetico (causa di gravi infezioni o ulcere invalidanti)
Angina microvascolare 
Arteriosclerosi cerebrale (responsabile di declino cerebrale)
La malattia diabetica dei  grandi vasi è invece responsabile di:
Coronaropatia (infarto miocardico, angina, scompenso cardiaco) 
Arteropatia periferica degli arti inferiori (claudicatio, intermittens, gangrena)
Aterosclerosi dei vasi epiaortici (TIA, ictus, cerebrovasculopatia cronica)
Malattia dell’aorta e aneurisma
Aterosclerosi delle arterie renali (ipertensione nefrovascolare).

Per evitare tali complicanze gli studi clinici, quali UKPDS, DCCT-EDIC e numerose metanalisi, hanno da tempo affermato la necessità di uno stretto controllo della glicemia media, che si rileva attraverso la determinazione dell’emoglobina glicosilata (HbA1c), ossia un indice che sintetizza l’andamento glicemico medio degli ultimi 3 mesi. Peggiore è il compenso metabolico-glicemico del paziente più elevata è la sua HbA1c e più alto è il rischio di complicanze micro e macroangiopatiche. 
Di converso gli studi hanno dimostrato che una riduzione dell’HbA1c pari a circa l’1% comporta una riduzione del rischio di progressione delle complicanze microvascolari del 37% e inoltre può avere un impatto positivo anche sul danno macrovascolare (in questo caso la riduzione del rischio è però solo del 16% e non raggiunge la significatività statistica). Lo studio DCCT/EDIC (NEJM, 2005) che  fu condotto su pazienti diabetici tipo 1, affermò il cosiddetto "DCCT paradox": le migliori HbA1 si raggiungono a prezzo di un aumento accettabile della frequenza d’ipoglicemie. “Accettabile”, trattandosi di soggetti giovani. Viceversa lo  studio ACCORD (NEJM, 2008) condotto in seguito su una popolazione di diabetici, più anziani, di tipo 2, ha dimostrato che una terapia insulinica intensiva volta a normalizzare l’ HbA1 (verso il valore di 6) fa incrementare la mortalità e non riduce significativamente gli eventi cardiovascolari maggiori.
Nel 2010 è stata pubblicata da Kelly  una metanalisi di studi di intervento compiuti sul diabete tipo 2 che ha evidenziato come l’NNT (Number Needed to Treat) per evitare un evento cardiovascolare varia tra 60 e 110 mentre l’NNH (Number Needed to Harm) per avere un’ipoglicemia è di appena 25. 
Tutto ciò dimostra quanto pericolosi possano essere gli effetti dell’ipoglicemia sulla salute dei diabetici, determinata da una terapia insulinica troppo aggressiva. Gli effetti possono essere classificati come
-clinici : oltre ai disturbi classici nervosi autonomici e neuroglicopenici che contraddistinguono l’ipoglicemia (fino a giungere al coma ipoglicemico nelle forme più gravi),  vi è anche un aumentato rischio aritmogeno e d’ischemia miocardica, dovuto all’aumento di adrenalina circolante e all’aumento della contrattilità  cardiaca con maggior consumo di ossigeno da parte del miocardio; ciò predispone ad aumento della mortalità e  morbilità cardiovascolare nei pazienti meno giovani.
-Psichici (disturbi di tipo ansioso e fobico) e cognitivi (crisi ricorrenti negli anziani possono provocare decadimento cognitivo)
 -Economico: la perdita di coscienza che può accompagnare le crisi ipoglicemiche più gravi può causare incidenti (stradali, domestici). 
Recentemente lo studio italiano Hypos-1 ha valutato l’impatto economico delle crisi ipoglicemiche, sottolineando come nel diabete tipo 1 le ipoglicemie causano soprattutto ricoveri ospedalieri e perdita di giornate lavorative, mentre nel diabete tipo 2 le degenze ospedaliere sono più prolungate e le necessità assistenziali  da parte dei caregivers sono più elevate.
Per effetto dello studio Accord oggi il valore di HbA1c inferiore a 7 è il goal terapeutico universalmente accettato per la maggior parte dei pazienti. Inoltre si parla sempre più di personalizzazione della terapia, accettando valori meno stringenti di HbA1c (superiori a 7) nei soggetti ad elevato rischio di ipoglicemia (anziani fragili, malati con molte comorbilità ecc).
A complicare la vita dei diabetici non c’è solo il buon controllo della glicemia media (indicata dalla HbA1c) ma anche la variabilità glicemica: le oscillazioni ampie della glicemia di oltre 40mg% (tra picco iperglicemico e dip glicemico) rappresentano un ulteriore fattore di rischio con aumento dal danno a carico dei grandi vasi e quindi aumento della mortalità morbilità cardio-vascolare.
A questo punto possiamo delineare le caratteristiche del buon controllo glicometabolico: è quello che garantisce
-valori di glicata < a 7 
-con oscillazioni giornaliere glicemiche contenute in un ristretto range terapeutico
-con minimizzazione del rischio ipoglicemico.
Il diabetico tipo 1 ha inoltre un rischio aggiuntivo per la sua salute: la  chetoacidosi (con possibilità di coma nei casi più gravi) se dimentica per esempio di somministrarsi la dose serale di insulina basale oppure in situazioni di stress se non aumenta le dosi insuliniche.

Stretto in questa terribile morsa -si diceva - tra rischio cronico d’ iperglicemia non controllata e rischio acuto d’ ipoglicemia, il diabetico insulino-dipendente in solitudine deve barcamenarsi  ogni giorno tra frequenti controlli della glicemia capillare,  somministrazioni d’insulina ad ogni pasto più una dose d’insulina basale serale, continui calcoli (per i carboidrati e i boli correttivi) e i riadattamenti della terapia. 
Tutto ciò spiega l’interesse dei pazienti verso il web ove  vi sono numerose risorse che possono supportarlo: 
1. portali di telemedicina che propongono il telemonitoraggio glicemico o la teleassistenza a pazienti disabili (cfr http://www.telemedware.com/telemedicina/telemedicina-in-italia.aspx 
2. portali/siti web che propongono contenuti vari per l'educazione terapeutica dei pazienti, cfr http://www.portalediabete.org/   -   http://www.cardiometabolik.com/ 
3. portali che fanno il counseling diabetologico  per gestire al meglio la sua malattia in assenza del medico, cfr http://www.welldoc.com/product/bluestar 
4. Comunità di autoaiuto di diabetici all'interno di Facebook (Portale Diabete, Tutti i Diabetici Uniti in Rete) 
Anche l’industria è da tempo mobilitata per supportare i diabetici. Continue sono le innovazioni delle tecnologie
-nel campo della somministrazione di insulina:
-        Penne precaricate sempre più perfezionate e di facile uso;
-        Insuline sempre più performanti (basali con profilo farmacocinetico sempre più piatto e prolungato, ultrarapide a durata d’azione sempre più breve e picco d’azione sempre più precoce);
-        Microinfusori per la somministrazione continua e in bolo di insulina, con o senza sensore integrato;
-nel campo del monitoraggio glicemico:
-        Glucometri;
-        Sensori per il monitoraggio continuo del glucosio nell’interstizio (CGM) e allarmi correlati;
-        Sensori non calibrabili per il monitoraggio flash del glucosio dell’interstizio, senza CGM.
Tutti questi sistemi di cura e monitoraggio sono tuttavia molto costosi e pongono perciò gravi preoccupazioni di sostenibilità finanziaria per tutti i sistemi sanitari del mondo.
Di grande interesse per il diabetico sono le App (scaricabili dalle APP Store  sugli smartphone e tablet) gratuite o a pagamento, che promettono di aiutare  il  paziente sia nell'educazione terapeutica sia nel calcolo dei boli d'insulina.
 Si tratta di software che  pur potendo impattare significativamente  sulla cura del  paziente non sono stati validati scientificamente, quindi possono essere dive di errori a volte con conseguenze fatali.
Tuttavia non esiste ancora una risorsa sul web o in App store in grado di soddisfare le esigenze esistenziali e assistenziali dei diabetici insulino-trattati: un sistema esperto, affidabile, sicuro, validato scientificamente in grado di sostituire il cervello umano sgravandolo dell'onere di fare i calcoli. L’esigenza di una tale risorsa per il management della terapia insulinica è molto forte e resta ancora insoddisfatta.

Mission e descrizione del progetto calipso
Il Progetto Calipso è un progetto di telesalute per la gestione della terapia insulinica via app e via web e per la realizzazione di un’autentica alleanza terapeutica tra il paziente e il suo medico.
Lo scopo è di supportare il diabetico in tutto, dalla formazione ai calcoli dei boli insulinici fino al suggerimento dei boli per il giorno successivo. Questo è un aspetto di particolare importanza: attualmente nessun sistema è in grado di suggerire i boli per il giorno seguente. Il paziente è confuso dalla necessità dei boli correttivi e non sa il giorno dopo che dose insulinica praticare al pasto. 
Il sistema esperto da noi proposto è in grado di supportarlo: di sostituirsi alla sua mente per i calcoli e liberarlo del molto del tempo dedicato alla malattia. Il paziente grazie al nostro sistema dovrà  essere semplicemente il decisore finale, ossia decidere di volta in volta se accettare o no di iniettarsi le dosi insuliniche proposte dal sistema.
Nessun sistema attuale –si ribadisce il concetto-  è in grado di far questo: suggerire i boli il giorno seguente. (cfr: Smartphone apps for calculating insulin dose: a systematic assessmentKit Huckvale et alii   http://bmcmedicine.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12916-015-0314-7   ). Nel 2012 ci fu un tentativo di questo tipo da parte della Sanofi, la quale prima diffuse la Diamago diabetes app, poi la ritirò perché l’applicazione aveva provocato per errori di calcolo danni ai pazienti.

Perché vogliamo realizzare un modello di telesalute  (telehealth).
La telemedicina prevede diversi modelli d’interazione tra paziente-macchina-medico. Dal più semplice (la e-visit), al moderatamente complesso (il telemonitoring) fino al più complicato (la telehealth appunto).
Il telemonitoraggio  è un approccio piatto: il medico o il caregiver  monitorizza semplicemente i livelli glicemici del paziente. Un sistema di telesalute invece rende attivo il ruolo del paziente (empowerment) nel rapporto col suo medico curante, così da creare un’autentica e solida alleanza terapeutica.
Riteniamo che la tendenza attuale all’automedicazione selvaggia e alla robotizzazione in ambito sanitario via app e web  sia deleterio perché volto a escludere il medico. Per questo nel nostro progetto è proposto un modello di  stretta interazione tra medico,  paziente e piattaforma informatica (web/app –based).

Il progetto prevede che in un primo tempo sia il medico a definire le prime impostazioni della terapia insulinica e che successivamente sia il sistema attraverso l'analisi delle glicemie e dei boli insulinici eseguiti  a suggerire i continui aggiustamenti delle dosi fino alla ottimizzazione del trattamento (ossia la correzione dell'iperglicemia evitando il verificarsi delle crisi ipoglicemiche). 
Il sistema non si limita a fare calcoli e proporre suggerimenti di bolo; è impostato anche per inviare notifiche in sincrono al paziente (per avvertirlo che può incorrere in ipoglicemia) e in asincrono al medico al fine  di suscitare interventi correttivi.
Il sistema esperto della piattaforma si compone di 3 parti essenziali
 1) le interfacce per l’utente e per il medico 2) il database 3) l’algoritmo. Si accede al sistema attraverso il portale web mentre l'app è in grado sia di sincronizzarsi con la piattaforma sul web sia di lavorare offline.
L’interfaccia dell’utente permette
-l’iscrizione alla piattaforma
- la registrazione delle glicemie per l’autocontrollo glicemico
- la registrazione dei boli di insulina proposti, accettati, effettivamente eseguiti
-l’interazione del paziente con il suo medico e il sistema attraverso la messaggistica e in videoconferenza
- l’apprendimento di contenuti formativi.
L’interfaccia del medico permette
-l’iscrizione alla piattaforma
-l’impostazione dei parametri richiesti dal sistema esparto per la terapia insulinica del paziente
-  la supervisione e il controllo dello stato glicometabolico del paziente per ottimizzare la terapia
 - le interazioni con i suoi pazienti attraverso la messaggistica e in videoconferenza.
Il database archivia tutti i dati, criptati, dei pazienti consentendo all’algoritmo di elaborare dati statistici e report riassuntivi. 
L'algoritmo funziona sulle caratteristiche del paziente, definite quando viene impostato il suo trattamento insulinico da parte del medico: target  glicemici da raggiungere, livello di rischio ipoglicemico del paziente, le dosi iniziali di insulina, il contenuto di carboidrati della dieta. 
L'output più importante del sistema esperto è quello di consigliare ai pazienti circa i boli di insulina di correzione durante il giorno e i boli pre-prandiali per il giorno successivo.
Il sistema è progettato per minimizzare i rischi per il medico e per il paziente
1 – l’accesso alla piattaforma è consentito solo dopo aver acquisito formazione e competenze adeguate  da parte sia del medico sia del paziente
2- la trasmissione delle notifiche di crisi ipoglicemiche al medico è sempre in asincrono, a distanza cioè dall’evento:  la sua attività di supervisione del paziente non comporterà mai nessun obbligo o vincolo verso il paziente con implicazioni di responsabilità civile o penale. 
 3 – I servizi di telemonitoring e delle e-visits programmate saranno servizi a pagamento, richiesti espressamente dal paziente.
4-  L’algoritmo sarà in grado di compiere anche un’analisi dei rischi e degli ”errori con effetto ipoglicemico” (risk management). In tema di analisi dei rischi, la prevenzione delle crisi ipoglicemiche è l’aspetto più importante e  si basa
-sul corretto inquadramento del paziente da parte del medico:  profilo di rischio e terapia insulinica appropriata
-sull’attività educazionale e di addestramento indirizzata sia al medico sia al suo paziente (e-learning con visione di filmati, somministrazione di test sia per testare le conoscenze teoriche sia per l’utilizzo pratico della piattaforma e dell’APP).
-sul corretto funzionamento del sistema (attraverso 3 fasi di sperimentazione clinica).

Al verificarsi di una importante crisi ipoglicemica il sistema la rileverà  come “errore (con effetto) ipoglicemico” e   aprirà una procedura di verifica: il medico riceve in asincrono notifica, il paziente riceve invito a compilare un questionario.
L’errore (con effetto) ipoglicemico può dipendere da errori del paziente, del medico o del sistema. 
E’ previsto che nel caso l’errore ricorra più volte in un tempo ristretto (giornata o stessa settimana) il servizio per quel paziente possa essere sospeso, in attesa che vengano esperite le opportune indagini sulle cause.
Se si accerta che la causa è il comportamento inadeguato del paziente, questi per vedersi riattivare il servizio, deve richiederlo espressamente e  superare la procedura per la riattivazione (somministrazione di questionari) dimostrando di poter rimediare agli errori e di avere una condotta più attenta in futuro.
Se la causa dell’errore è medica, questi dovrà reimpostare la terapia del suo paziente.


Tempistica e validazione scientifica  
Lo sviluppo della versione beta dell’algoritmo è in fase avanzata di realizzazione: entro giugno prevediamo il completamento dei test di verifica sul suo corretto funzionamento.
Da luglio  a dicembre 2016 è prevista una prima sperimentazione (fase 1) con utilizzo della piattaforma da parte di diabetici volontari tipo 1.
Seguiranno nel 2017: nel primo semestre  studi di fase 2 su gruppi a bassa numerosità di pazienti insulino-trattati  tipo 1 e tipo 2, in scompenso glicometabolico. Nel successivo semestre partirà lo studio di fase 3 su popolazione numerosa di pazienti tipo 1 e tipo 2, in scompenso glicometabolico.
E’ prevista la pubblicazione dei dati su riviste mediche qualificate e il riconoscimento di device medico da parte degli enti sanitari preposti nei principali paesi.

 Mercato potenziale e competitors 
I diabetici insulino-trattati (tipo 1 e tipo 2) in Italia sono circa 500mila, nel mondo verosimilmente tra i 40 e i 50 milioni. In considerazione del fatto che attualmente circa  la metà della popolazione mondiale utilizza smartphone e naviga nel web, si presume che il mercato potenziale di users del nostro sistema sia dell’ordine di 250mila in Italia e 20-25 milioni nel mondo.
Data la grandezza di queste cifre non deve sorprendere che i competitors in questo specifico settore siano numerosi, molto potenti e assai agguerriti.
In testa a tutti Google e Sanofi: la loro joint venture con investimento multimilionario sta lavorando ad un progetto simile al nostro che si pensa sarà pronto nel 2017 (http://www.ansa.it/sito/notizie/tecnologia/hitech/2015/09/01/google-accordo-con-sanofi-lotta-diabete_55ddef21-12d6-47f9-b6b4-8425ceff5d3e.html  ). Secondo un comunicato dell’ANSA, “sarà il diabete il primo obiettivo di Google Life Sciences, la neonata divisione del colosso informatico dedicata alla salute. L'azienda ha annunciato che collaborerà con la multinazionale francese Sanofi per sviluppare dispositivi in grado di migliorare il monitoraggio e la gestione dei livelli di glucosio dei pazienti…
La collaborazione – continua il comunicato - unirà le competenze di Sanofi nel trattamento e nei dispositivi per la malattia con l'esperienza di Google. Il colosso di Moutain View, in particolare, ha maturato esperienza nel trattamento e nei dispositivi per la malattia con l'esperienza di Google nell'analisi dei dati, nella miniaturizzazione dei dispositivi e nel design di chip a basso consumo". L'accordo segue quello già siglato da Google con la compagnia Dexcom specializzata nei dispositivi miniaturizzati per il controllo del glucosio, mentre la compagnia ha già annunciato mesi fa di aver messo a punto una lente a contatto speciale in grado di analizzare i valori glicemici in tempo reale.
Le nuove tecnologie - afferma il colosso di Mountain View - possono rendere più semplice per un medico capire quando il glucosio nel sangue del paziente sta diventando alto per diversi giorni in fila, o offrire nuovi metodi per il paziente per ottenere informazioni in tempo reale e regolare la dieta o il dosaggio dell'insulina".
In buona sostanza il loro sistema è esclusivo e prevede un sensore glicemico collegato ad un'app. 
Il nostro sistema è flessibile, potendosi collegare a un qualsiasi glucometro o  sensore in commercio e  in grado di gestire la terapia insulinica a costi decisamente più contenuti e sostenibili per qualsiasi SSN.
Altri competitors importanti che progettano app simili sono la Apple e Samsung.
 Il mercato mondiale del mobile- Health è valutato nell'ordine di molti miliardi di dollari. Peccato non esserci!

   
 Presentazione dei componenti del team project 
La costituenda startup “Calipso Project” è costituita da 5 componenti:
Francesco Gargiuolo,  Information Systems specialist, working at “Tecnica Trani” in Trani 
Roberto Paolillo, IT Consultant at  Everis Italia SpA in Rome 
Giuseppe Gargiuolo IT Consultant at  Everis  Italia SpA in Milan
Ludovico Di Gioia, Graduating Medicine student , Bari University 
Antonio Sasso, M.D.,  Trani Hospital (ASL BAT), Division of Internal  Medicine  -  Project  Team Coodinator 
Conclusioni         
la vita dei diabetici alle prese con l’insulina attualmente è un inferno. Tuttavia i tempi sono ormai maturi per liberarli dal loro pesante fardello attraverso la realizzazione di un device efficace e sicuro, validato scientificamente, e a basso costo, per la gestione della terapia insulinica via web e app: il sistema esperto Calipso, appunto.
In questa nobile  missione  un piccolo Davide sfida oggi enormi Golia.
Tremino i Golia.                                          


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